lunedì 3 gennaio 2011

Pranzo di Natale..

La vacanza è finita, o quasi.. Oggi primo incontro con Matt dopo più di una settimana, si discute il piano di azione per questo 2011, o almeno per i primi due mesi nei quali saremo presenti. Strano pensare che mancano solo due mesi alla fine di questa esperienza.. Pensieri a parte, volevo solo fare un breve racconto della settimana passata, il caldo natale, una settimana rilassante e un capodanno balordo..
I preparativi per il pranzo di natale son cominciati sfogliando un libro di cucina creola e da lì le idee son cominciate a volare, bisognava innanzitutto considerare che uno dei ragazzi qui è vegetariano e che una delle ragazze mangia pesce ma non carne… Il venerdì 24 Dicembre siamo andati al mercato di Castries (la capitale) per fare gli ultimi acquisti, sotto il diluvio universale e un via vai di gente infinito siamo riusciti a completare la nostra lista e a far veloce ritorno verso casa prima che uno dei fiumi straripasse e rimanessimo bloccati dalla parte sbagliata dell’isola.. Il giorno prima avevamo invitato il nostro capo Matt che assai entusiasta aveva deciso di aggiungere alla lista della spesa un tacchino, salsicce e pancetta…vi ricordo la forma rotonda del nostro Matt..vi è un perché.. Insomma, tutto il necessario era in casa e il 25 Dicembre è stato un gran successo, per non annoiarvi con i dettagli questo è stato il menù della giornata e qualche foto:


Uno dei successi, frittelle di zucca.

Menù di Natale Caraibico:

Sautè di Gamberoni e Capesante
Maionese della casa
Guacamole
Cristofene ripiene al forno   
Melanzane e pomodori al latte di cocco
Barbabietola con cannella e zenzero
Tacchino ripieno
Maiali in lenzuola (salsicce avvolte in pancetta)
Plantano fritto in mollica
Frittelle di Zucca
Torta di riso e noci
Torta di mele
Torta di Meringhe con limone


Cucina calda..

Come je piace all'inglese...tutt'in un piatto!

Il taglio del tacchino..

MAYO!!

domenica 19 dicembre 2010

Buon Natale

Un veloce saluto a tutti prima del natale, qui fa ancora caldo e abbiamo seguito a lungo e con leggera nostalgia le notizie sulla bbc dellla neve e il gelo che hanno colpito la maggiorparte dell'Europa. Anche il feroce freddo scozzese mi manca a volte, avvolgersi nel piumino la notte e uscire di giorno con un bel maglione e cappotto..haha.. Non avrei mai pensato, ha cominciato a fare un leggero fresco qui, specialmente la sera...il nostro inverno.. Questa ultima settimana si lavora fino a venerdì 24 poi vacanza fino al 3 di Gennaio, non male. purtroppo siamo riusciti a sfondare il nostro veicolo che sta in riparazione per non si sa quanto e quindi per la settimana di vacanza stiamo appiedati e contiamo sulla flotta di minibus dell'isola per muoverci.. Per il pranzo di natale stiamo pensando di farlo a base di aragosta, per il resto non ho ancora pensato a nulla ma non avendo il mezzo sarà difficile procurarci ingredienti particolari quindi manterremo una linea semplice e locale.. Sarà la prima volta che non sto con la famiglia per questo giorno, perfino mia sorella mi batte questa volta. Quindi un forte abbraccio a tutti e a nonna che il 25 compie gli anni!
Baci e Buon Natale,
Benji

domenica 28 novembre 2010

Ritorno al normale..circa..

File per prendere l'acqua dalle poche sorgenti

Distese di sabbia nella inabitata costa Nord-Est

Un bagno dopo una giornata di lavoro nell'siola di Maria Major con i Piton nel sottofondo

Spauracchi da spiaggia

Le barche tornano in mare

Una giornata piovosa a St Lucia..

Riprese dall'interno della casa durante il passaggio di Thomas

Bestie

Una bestia marina esce dalle acque..

Un Geko

Mi son quasi seduto su questa piccola bestia

Una delle catture più di un mese fa ormai..

Bella bestia..




domenica 7 novembre 2010

Thomas

   Era il 29 di Ottobre ed eravamo di ritorno da una giornata nella quale avevamo catturato con successo un maschio di buone dimensioni, vicino alla cascata di Touraille. Ero specialmente contento perchè quel giorno era stata la mia prima presa, l'iguana si era gettata dall'alto di un canneto sotto il quale io e Lester la stavamo aspettando e con un rapido balzo la avevo immobilizzata  ..insomma una buona giornata..
  
    Una volta giunti a casa arriva la notizia che si sta avvicinando all'isola un temporale e il capo, Matt, ci chiama e ci dice di tornare verso Nord con la macchina e di tenerci pronti per l'arrivo di un uragano. A questo punto siamo tutti più eccitati che spaventati dall'imminente evento e una volta giunti a Dennery facciamo scorta di cibo e rum e ci barricchiamo in casa mentre il vento intona la sua prima canzone al ritmo della prima pioggia. Erano le prime ondate  dell'uragano Thomas che si sarebbero susseguite sempre più forti per le prossime 48 ore..
  
   Il tempo passa lentamente nella casa senza luce o acqua e verso la mattina di Domenica si comincia a presagire il calare del vento mentre cessa anche la pioggia.. Usciamo dalla casa dopo il nostro piccolo letargo e la situazione non ci sembra dell peggiori, i banani nel nostro giardino sono stati danneggiati ed alcuni sono stati strappati dal suolo mentre degli alberi di papaya son caduti, tutto ciò non ci sembra grave...
  
   Il giorno dopo Matt decide di andare a fare un sopraluogo dell'isola con il Land Rover  e due di noi ci mettiamo alla guida e ci avviamo verso Sud per poi risalire sulla costa Caraibica per vedere la situazione nella nostra casa a Soufrière. Cominciamo a vedere i primi danni ma non siamo allarmati, ci sono alberi sulla strada e molti dei bananeti nella pianura sono distrutti. Arrivando a Vieux Fort sulla punta sud dell'isola ci dicono che lì non hanno subito danni ingenti ma non sanno come sia la situazione più a Nord. Cominciamo a renderci conto del disastro mentre ci avviciniamo a Soufrière, uno squarcio largo due metri si è aperto sulla strada principale e dobbiamo inoltrarci nelle colline per superare questo rpimo ostacolo. Camion e ruspe stanno già lavorando a piccole frane sulla strada, slavine grandi e piccole tagliano tutte le montagne circostanti come enormi ferite e fiumi di fango cospargono molte case e villaggi. Dopo varie ore alla guida siamo ormai vicini a Soufrière ma la strada è bloccata da una grande slavina e ci dicono che da lì non si può passare. Decidiamo allora di fare visita a Lester, uno dei nostri colleghi al progetto, che abita in un piccolo paesino chiamato Fons Saint Jacque dove siamo stati molte volte per raccogliere banane nel suo giradino o per bere una birra al bar del vecchio rasta Peter. Avvicinandoci capiamo che la situazione non è delle migliori, attraversiamo un ponte nel quale sono incagliati decine di alberi enormi trascinati giù dalla furia dell'acqua e del fango e che, miracolosamente, è ancora in piedi. Poco dopo giungiamo a Fons Saint Jaccque e lo spettacolo non è ciò che ci aspettavamo. Il villaggio è stato colpito in pieno da una grande slavina e una montagna di fango ricopre ogni cosa..assieme a Mike ci lanciamo giù per travi incastrate nel fango e nei resti di ciò che è stato colpito, giriamo l'angolo ma non vediamo la casa del nostro amico Lester e pur di non credere a ciò che ci sta davanti chiediamo ripetutamente dove sia finita, solo tre giorni prima vi ero entrato per vedere il suo più recente acquisto, un piccolo lettore DVD, che fiero come un bambino ci aveva mostrato nel suo salotto di due metri quadrati. La casa e Lester non ci sono più, inghiottiti nella notte da un mostro di fango che non ha lasciato scampo alla piccola casa di legno e lamiera. Increduli e con gli occhi lucidi vediamo la scia della slavina che scende giù per la piana, un incastro di legno, alberi, lamiera, rocce e, da qualche parte, i corpi di almeno dieci persone, colpite dalla furia, forse a volte ingiusta, della natura..
 
   Una settimana triste ha seguito questi eventi, pian piano staimo recuperando e con noi l'Isola, è tornata l'elettricità ma siamo ancora senza acqua, per quanto non sappiamo. La settimana prossima dovremo riprendere a lavorare e insieme al dipartimento forestale faremo un Impact Assessment delle risorse naturali dell'isola. Siamo tutti contenti di tornare a lavorare e ci aiuterà a dimenticare quel che abbiamo visto, per ora è tutto. Un abbraccio, Benji

domenica 24 ottobre 2010

La Caccia

Sono passate settimane lunghe e calde qui nell’isola dei verdi Piton dove la ricerca per le elusive iguane continua. Per tre settimane però non se ne è vista nemmeno l’ombra…“they hiding” (si nascondono) dicono quando piove, “they hiding” dicono quando esce il sole.. Ci vuole tanta tanta pazienza e a parte qualche occasionale sfuriata mani al cielo ne abbiamo avuta. E alla fine forse è vero quanto dicono, che la pazienza premia, perché la mia prima grande caccia è stata una scarica di adrenalina pura e la cattura una soddisfazione rara.

Prima di raccontare l’evento voglio aiutarvi a capire in cosa consiste forse la parte più importante del mio lavoro qui a St Lucia, la caccia delle iguane. Una giornata tipica di caccia comincia intorno alle 7 del mattino ora nella quale comincia la prima battuta, il sole è di solito già sorto ma fa ancora fresco e le iguane sono uscite dalle loro tane per godere dei primi raggi del sole e sgranocchiare qualche foglia di Lyandus. Questa prima ricerca dura circa tre ore e se finiamo prima andiamo a gustarci della torta di cocco appena sfornata da una signora sulla strada prima di passare ai questionari. Questi durano di solito un’ora nella quale ci rechiamo in villaggi (che spesso consistono di due o tre case) e piccole comunità che circondano la zona e chiediamo alla gente se di recente hanno visto delle iguane nella loro zona, se sono al corrente del problema e se saprebbero riconoscere un iguana (molti dicono d sì ma non sanno cosa sia). Inoltre proviamo a lasciare i nostri numeri di cellulare nel caso dovessero vedere qualcosa e informiamo la gente della ricompensa di 50 dollari caraibici (circa 15 euro) per un avvistamento con successiva cattura. Dopo di ciò si ritorna a casa, magari dopo aver comprato un tonno fresco in paese, per pranzo. Lester, che lavora con noi, ci procura spesso green fig, dasheen o breadfruit dal suo giardino che mette a bollire in una grossa pentola e che mangiamo con lenticchie o riso. Spesso durante le camminate cogliamo quel che possiamo e torniamo a casa con banane, guava, papaya, pompelmi, aranci, limoni, cacao fresco, noci moscate, frutti della passione, frutto stella, mela d’oro…insomma quello che la foresta ha da offrire! Dopo un piccolo riposo si ricomincia e verso le 14:30 siamo di nuovo fuori per un altre tre ore sotto il sole tropicale. Forse questo è il momento più difficile della giornata, quando, assopito sotto la gentile brezza del ventilatore, devi alzarti, infilarti gli stivali bagnati dal sudore del mattino e uscire sotto il sole cuocente.  

Bèh, come dicevo ci devono essere soddisfazioni sennò chi me lo farebbe fare? Ma ho finito il mio tempo quindi racconterò la mia prima cattura la prossima volta..


Sabato libero al Reef Bar nella punta Sud dell'isola dove l'Atlantico incontra il mar Caraibico

Diluvio Tropicale

Tiger ci porta a fare un giro in barca

Matrone di Soufrière

Scalata dentro il ventre di un gigantesco albero

Meritato relax ad Anse Chastanet

Il meeting annuale dell' IAS (un convengno su specie aliene) arriva sull'isola di Pralin dove io e i miei colleghi facciamo da guide e spieghiamo il nostro progetto sull'isola

Questionari a Chassel ai piedi del Gros Piton con Barbara

domenica 3 ottobre 2010

Alberi da incenso..

    Sono qui ormai da quasi un mese e i ricordi si stanno già confondendo...èh lo so, non è più la memoria di una volta, ma son successe tante di quelle cose che mi risulta difficile tenerne conto.. Comincerò quindi parlando di uno dei due progetti al quale ho lavorato le mie prime due settimane qui a Santa Lucia..
    
    Già dal primo giorno sull'isola ho conosciuto Prosper e Adams che lavorano entrambi per il departimento forestale del ministero dell'agricoltura e che sarebbero stati per i prossimi 6 mesi i due punti di riferimento per un progetto sugli alberi di Lansan messo su da Adams e implementato con il nostro aiuto. Questi alberi di Lansan vengono fatti "sanguinare" applicando profonde ferite con i machete per ricavarne una resina bianca che viene usata su quest'isola e quella adiacente di Martinicca per funzioni religiose e private. Applicando molti di questi tagli però questi alberi ne soffrono e eventualmente soccombono alle intemperie della natura quali l'acqua, le termiti, il vento ed indeboliti cadono..

    Adams tiene molto a cuore ed avendo un ruolo importante nella forestale non ci ha pensato su due volte a organizzare questo progetto appena ha potuto. In queste prime due settimane abbiamo selezionato gli alberi in una zona di foresta in ordine di diametro e gli abbiamo segnalati con delle placche di plastica. Ci saranno poi 8 trattamenti diversi con i quali verificheremo il modo migliore per estrarre la resina senza causare la morte dell'albero. Durante i sei mesi raccoglieremo i dati per ogni trattamento per poi selezionare il migliore tra questi ed eventualmente trovare un accordo con le genti che raccolgono la resina per delle concessioni se usano il metodo appropriato.

   Il lavoro è faticoso ma divertente, ci accompagna spesso un botanico giovane e sapiente che ci racconta tutto ciò che c'è da sapere della foresta e che per passione coltiva antiche piante medicinali nel suo giardino (che devo presto visitare). La fase dei trattamenti deve ancora cominciare ma siamo tutti ansiosi di vedere come andrà dopo la fatica per cercare tutti gli alberi necessari, ricordate che l'isola non è quasi mai piatta e tutta la foresta è scoscesa sui fianchi delle montagne e delle creste.

Per quanto riguarda le iguane è tutta un altra storia ma la racconterò meglio nel prossimo post.

Un saluto ed un abbraccio.

Prime foto..

Una delle prime sere qui sull'Isola siamo stati accolti da questo fantastico tramonto
                        


Una lucertola si rilassa su un albero di Lansan stiamo segnando per uno dei progetti

Uno dei migliori "cacciatori" chiamato Saeko prepara l'Iguana per l'eutanasia

La vista da uno dei percorsi di perlustrazione offre uno scorcio su il Petit Piton


La vista arrivando a Soufrière, dove siamo stanziati quando cerchiamo le Iguane


Qui invece la vista su Dennery dove lavoriamo su gli albero da incenso e dove restiamo il fine settimana


venerdì 17 settembre 2010

Il ritorno sul web..

Passati tre anni ho deciso di dedicarmi nuovamente a questa attivita' detta blogging, blogger, blog o quel che sia. Sono partito per un posto particolare e ho pensato sarebbe stato simpatico condividere con tutti i miei piu' cari le mie esperienze, avventure, il lavoro e le mie storie su questo posto alquanto surreale nel quale son capitato un po' per voglia un po' per caso..St Lucia..
Questo e' solo un assaggio per abituare voi ed abituare me a questa forma di condivisione..
Un abbraccio e a presto,
Benji

lunedì 20 agosto 2007

Playas..

La pigrizia ci assale sempre più, specialmente da quando siamo giunti sulla costa, ed è anche per questo che sto scrivendo sempre meno..scusatemi! Come potete aver capito la missione sul Chimborazo è fallita, diciamo per cause di forza maggiore..ma da bravi ragazzi non ci siam fatti scoraggiare e dopo qualche giorno di riposo nelle acque termali di Banos ci siamo diretta verso la selva per qualche giorno di full immersion nel verde della buona Amazzonia.. I giorni passati nella selva sono stati pochi ma siamo riusciti a fare molto, da passeggiate selvagge a gaudamenti di canyon e fiumi e soprattutto molto rafting.. Dopo aver sperimentato il livello di difficoltà III con una guida più che spericoltata abbiamo deciso di tentare anche il livello IV che però non ci ha stupito quanto la giornata precedente..ma sempre un'sperienza mozzafiato..
Come vi ho detto ora stiamo sulla costa nel piccolo villaggio di Montanita, un posto molto addormentato che ci ha colpito moco con la sua aria molto soporifera..il Tommaso ci ha oggi lasciato per imbarcarsi nel suo viaggio di ritorno di 4 giorni..io e Federico ora partiremo verso il parco nazionale di Machalilla dove speriamo di concludere la vacanza con del buon campeggio selvaggio sulle spiagge, augurandoci di pescare polipi a volontà per tanet belle paste..vedremo!
Un saluto a tutti da fosr il mio ultimo commentario della vacanza..il ritorno a casa è ormai cosa vicina..

giovedì 16 agosto 2007

I ragazzi contro la montagna..

Sulla cima del bus, verso Candelaria..
In cima alla laguna Amarilla, 4300 metri
Tori al pascolo..
Incamminandoci fuori dalla valle incantata
Il grottino dei desideri..

domenica 12 agosto 2007

Acclimatamento?!

È tanto che non scrivo lo so..non tanto perchè non ne ho avuto l'occasione ma perchè io e il resto della banda siamo sprofondati da tre giorni in un magnifico stato di pigrizia nella città dai bagni termali di Banos.. potete capire che le nostre avventure nelle alte montagne ecuadorene sono state tante e...stancanti! Ma lo stesso il divertimento è stato assicurato, siamo partiti da Quito pieni di orza per avviarci sulla strada del nostro primo treck che per quattro giorni ci avrebbe permesso di aggirare l'imponente Volcan Cotopaxi, il secondo più alto dell'Ecuador. Dopo aver cominciato la salita il Tom si accorge subito che nella sua testa c'è qualcosa che non va, e per quando ci accampiamo a 3750 metri è già chiaro che dovremmo scendere la mattina seguente. E così è, un pò delusi ma non per questo tristi decidiamo subito un piano B, un giorno di riposo e poi treck alla laguna Amarilla nella zona dell' El Altar, uno dei vulcani più tecnici da scalare. La partenza promette bene, sulla cima di un bus ci inerpichiamo su per una valle fino a raggiungere il paesino di Candelaria da dove cominciamo la nostra salita...da questo momento in poi la nostra fortuna ci segue benevola come sempre e immergendoci in una nuvola non ne usciremo più fino al giorno dopo..stanchi e bagnati quella stessa notte ci accampiamo in un grottino che ben presto scopriamo essere un riparo per il bestiame e che la soffice coltre che ricopriva il terreno era in effetti merda essicata. Senza la voglia di andare avanti dormiamo proprio lì, e dopo una pasta con cipolle e sarde siamo tutti dell'idea di fare un bel sonno!!
La mattina dopo siamo sicuri che la storia è la stessa, la nuvola non ci ha ancora abbandonato e uscendo dalle tende ci rendiamo conto che l'umidità non ha risparmiato nulla, non ci tiriamo indietro e proseguiamo nel nulla della nebbia in un cammino fangoso e lento. La nostra perseveranza però ben presto ci premia e una magnifica valle ci si apre davanti, verde e piena di cascate che scendono da ghiacciai e picchi innevati. Ci godiamo uno scorcio di sole e dopo aver lasciato i nostri zaini in una capanna ci avviamo verso la laguna, pur non essendo Amarilla anche la laguna è uno spettacolo unico, contornata dai nove picchi dell'El Altar. Dopo un buon panino, soddisfatti e un pò stanchi discendiamo nella vallata, siamo saliti fino a 4300 metri e sentiamo che l'acclimatamento questa volte procede bene. Siamo pronti per l'impresa che ci attende, io ora lo so perchè è passata, voi lo scoprirete presto..

martedì 7 agosto 2007

la iglesia Colombiana
la Zaira
in partenza per la laguna, volcan Cayambe all'orizzonte
nel paramo andino
la laguna inarrivabile..

In viaggio con la Zaira

La prima parte del viaggio era terminata ma mi restavano ancora pochi giorni da passare prima dell'arrivo dei due grezzi. Arrivati a Quito io e Zaira, ragazza di Barcellona incotrata al centro, salutammo Mike che la mattina seguente doveva tornare negli Stati Uniti. Era difficile fare un piano per i pochi giorni che avevamo, e la prima idea fu di dirigerci a Nord dove volevavo visitare il vastissimo mercato artigianale di Otavalo.. Ma un giorno in quella cittadina assai turistica ci bastò, e facendo in fretta e furia lo zaino decidemmo di avviarci con direzione...Colombia! Un'idea strana, partita dalla mente contorta di Zaira, e che con me ovviamente fece facile presa...perchè non aggiungere un'altro paese alla lista? E così Colombia divenne la nostra nuova direzione, vi dico subito che non fu emoziuonante come sembra ora ma ne valse sempre la pena..superammo il confine la mattina e per sera eravamo di ritorno in Ecuador per via del poco tempo a nostra disposizione. La nostra unica visita fu quella di una strana chiesa costruita in un canyon scavato da un bel fiume..
Non ancora contenti del nostro piccolo viaggio, quella sera decidemmo di farci lasciare nella mitica Pimampiro, un paesino sperduto nel Nord dell'Ecuador con l'idea di partire il giorno dopo per un alaguna la cui distanza variava, a seconda da a chi si domandava, dalle 3 ore ai 2 giorni.. Scoprimmo che era circa una via di mezzo e riuscimmo solo a vedere la laguna dall'alto del paramo prima di dover far ritorno tra fango e selva a un paesino dove speravamo di trovare un posto dove dormire. Il posto lo trovammo senza dover nemmeno pagare..queste cose accadono solo nei paesini sperduti , lì dove il denaro non ha ancora scavalcato alla cima dei pensieri della gente..
Ritornato a Quito scoprii che Federico e Tommaso erano riusciti a perdere il volo e di buon gusto accettai un giorno di riposo, interrotto la sera dal loro arrivo. Il mattino seguente salutai con trsitezza la mia cara compagna e il trio ormai completo partì alla volta di Macachi prima tappa della acclimatizazzione pre-Chimborazo..

Evoluzione..